Impianto protesi Touch bilaterale per Rizoartrosi

Nel trattamento della rizoatrosi attualmente esiste una protesi a doppia mobilità per l’articolazione trapezio-metacarpale, che può essere considerata un salto nella chirurgia del 3° millennio, che sostituisce tutta la chirurgia del passato, ormai obsoleta ed estremamente invasiva.

Con il termine “rizoartrosi” si intende l’artrosi dell’articolazione posta alla radice del pollice, quella in cui più frequentemente si riscontra questo tipo di patologia.

In una articolazione efficiente la cartilagine riveste le superfici ossee consentendo a queste di muoversi senza problemi.
Quando si è in presenza di osteoartrite, la cartilagine tende a deteriorarsi e, con l’aumentare dell’attrito fra le ossa in movimento, l’articolazione subisce danni progressivamente crescenti.

La zona della mano solitamente coinvolta in presenza di questa patologia comprende l’articolazione alla base del pollice e le ossa del trapezio ed il primo della tre ossa del pollice.

Sintomi
All’inizio la patologia si presenta con un dolore che aumenta facendo movimenti che coinvolgono il pollice,
anche semplicemente girando una chiave per aprire la porta.
Con il progredire del quadro clinico il dolore aumenta e la forza di presa della mano diminuisce progressivamente, fino ad una parziale immobilizzazione.

Una attenta visita con descrizione dei sintomi, normalmente in presenza di dolore all’articolazione, rivelerà abbastanza facilmente la patologia.
L’esecuzione di una radiografia confermerà la diagnosi e fornirà un più completo quadro clinico, al fine di stabilire il trattamento da dover adottare.

 

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Dott. Gianluca Falcone

Esperto in:
– Chirurgia mininvasiva
– Chirurgia percutanea del piede
– Protesi della caviglia
– Chirurgia della mano
– Protesi del ginocchio
– Traumatologia sportiva

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Interventi svolti sia come attività privata che erogati in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale
(vedere la descrizione riportata sotto ogni singola Clinica o Ospedale nella pag. “Le cliniche in cui opero”)

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Terapia
Nei primi stadi di questa patologia il trattamento può essere di tipo conservativo e il pollice può essere tenuto in posizione corretta con l’uso di un tutore. Gli anti-infiammatori o il cortisone a basso dosaggio possono contribuire a risolvere le fasi acute e dolorose, nelle quali la malattia progredisce più rapidamente. Anche le infiltrazioni intrarticolari di cortisonici o di acido ialuronico, meglio se eseguite sotto guida ecografica, possono rappresentare una soluzione terapeutica molto valida per la riduzione della sintomatologia dolorosa in pazienti che ancora non necessitano di soluzioni chirurgiche.

Negli stadi più avanzati, quando la degenerazione articolare è più evoluta, può essere necessario ricorrere ad un trattamento chirurgico. Questo viene attuato tramite diversi tipi di procedure, con l’obiettivo principale di eliminare il dolore e di restituire quanto più possibile la funzionalità del primo dito e della mano, eliminando l’articolazione malata. Questo risultato si ottiene in due modi diversi: la fusione delle due ossa (artrodesi) o la rimozione del trapezio (trapeziectomia con artroplastica) e la sua sostituzione con materiale biologico oppure con protesi.

Esistono anche altri interventi come la sospensione, le osteotomie correttive ed altri ancora.
La scelta dell’intervento da eseguire va fatta caso per caso in base alla gravità del quadro, l’estensione dell’artrosi, le esigenze funzionali del paziente, ecc. e dovrà essere discussa con il chirurgo.

L’artroplastica o tenoplastica è, a nostro parere ed in base alla nostra esperienza chirurgica, l’intervento che offre il miglior risultato in termini di compromesso fra l’eliminazione del dolore ed mantenimento della funzionalità articolare.
Consiste nell’asportazione del trapezio (trapeziectomia) e nella ricostruzione dell’articolazione portante del I dito mediante costituzione di una “protesi biologica” ricavata prendendo una piccola parte dal tendine abduttore lungo del pollice (APL).

A seguito dell’intervento viene mantenuta una immobilizzazione per due settimane prima di iniziare gli esercizi di mobilizzazione.

Decorso post-operatorio
Dopo l’intervento, la mano viene completamente fasciata, e viene posizionato un piccolo tutore in gesso, lasciando le dita libere dalla medicazione, che si devono muovere da subito evitando sforzi eccessivi per il periodo iniziale.
E’ possibile riprendere il lavoro in 7-10 giorni nel caso di lavoro di concetto, in 30-40 giorni nel caso di lavoro manuale di media intensità, ed in 3 mesi in caso di lavoro pesante.
A giudizio del medico, si possono effettuare terapie riabilitative per accelerare i tempi di recupero.

 

dott. Gianluca Falcone medico chirurgo specialista in ortopedia e traumatologia dello sport
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TAG: Roma, Milano, Protesi trapezio-metacarpale per rizoartrosi