Dito a Martello: Cause, Sintomi, Diagnosi e Trattamenti
Cos’è il dito a martello?
Il dito a martello è una deformità che interessa le articolazioni del secondo, terzo, quarto o quinto dito del piede, causando una curvatura anomala (Foto 1). Questa condizione provoca un aumento della pressione sul dito quando si indossano le scarpe, con conseguente dolore, irritazione cutanea e, nei casi più gravi, formazione di ulcere.

Foto 1 – Immagine clinica dito a martello in cui si vede la deformità a martello delle dita

Foto 2 – Deformità in griffe del II dito secondaria a grave alluce valgo
Inizialmente, il dito a martello è una deformità flessibile e i sintomi possono essere gestiti con trattamenti non invasivi. Tuttavia, se non trattato, tende a diventare rigido, richiedendo un intervento chirurgico. Per questo motivo, è fondamentale intervenire tempestivamente per prevenirne il peggioramento.
Cause del dito a martello
La principale causa del dito a martello è uno squilibrio muscolo-tendineo che porta a un’alterazione strutturale del piede nel tempo.
Fattori che possono favorire la comparsa della deformità:
– Scarpe strette o con tacchi alti che esercitano una pressione eccessiva sulle dita.
– Un dito eccessivamente lungo che, in calzature non adeguate, è costretto a piegarsi.
– Traumi al piede che possono alterare l’equilibrio muscolo-tendineo.
– Fattori genetici predisponenti alla deformità.
Sintomi del dito a martello
I sintomi più comuni includono:
– Dolore e irritazione quando si indossano le scarpe.
– Comparsa di callosità o lesioni cutanee sulle dita o sotto la pianta del piede.
– Infiammazione, arrossamento e sensazione di bruciore.
– Rigidità progressiva del dito.
– Nei casi avanzati, formazione di ulcere cutanee.
Diagnosi del dito a martello
La diagnosi è generalmente semplice e viene effettuata attraverso un esame clinico. Tuttavia, il chirurgo ortopedico può richiedere radiografie sotto carico per valutare il grado di deformità e l’eventuale presenza di altre alterazioni del piede.
Trattamento conservativo
Se il dito a martello è ancora in fase flessibile, è possibile intervenire con trattamenti non chirurgici:
– Protezione per calli e lesioni: utilizzo di protezioni su misura o preconfezionate.
– Modifica delle calzature: evitare scarpe strette, a punta o con tacchi alti.
– Plantari ortopedici: utili per correggere lo squilibrio muscolo-tendineo.
– Infiltrazioni di cortisone: per ridurre dolore e infiammazione nei casi più sintomatici.
– Farmaci antinfiammatori: per alleviare dolore e flogosi.
– Splint e tutori: efficaci nelle forme ancora flessibili per riallineare le dita.
Trattamento chirurgico del dito a martello
Quando la deformità diventa rigida o si sviluppano complicanze cutanee, l’intervento chirurgico diventa necessario. Spesso, il dito a martello è associato ad altre deformità come l’alluce valgo, che vengono corrette simultaneamente.
L’intervento più comune è l’artrodesi, che consiste nel bloccare l’articolazione per evitare recidive. Per questa procedura si utilizzano:
– Fili metallici esterni, rimossi dopo circa 30 giorni.
– Dispositivi interni innovativi, che eliminano il fastidio del filo esterno e riducono il rischio di infezioni e spostamenti.
Dopo l’intervento, è necessario indossare una scarpa post-operatoria o un Walker (se è stato trattato anche l’alluce valgo) per circa 30 giorni.
Conclusione
Il dito a martello è una condizione progressiva che può peggiorare nel tempo se non trattata adeguatamente. L’intervento precoce con misure conservative può prevenire la necessità di un’operazione chirurgica. Se hai sintomi riconducibili a questa deformità, consulta un ortopedico per una valutazione approfondita e un piano terapeutico personalizzato.
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