Os Tibiale: Cos’è, Sintomi, Diagnosi e Trattamenti

Cos’è l’Os Tibiale?

Lo scafoide accessorio (noto anche come os navicularum o os tibiale externum) è un osso extra o una porzione di cartilagine situata nella parte interna del piede, vicino all’arco plantare. Normalmente, l’Os Tibiale è inglobato nel tendine del tibiale posteriore, che si inserisce in quel punto.

Os-tibiale-esterno-chirurgia-del-piede-roma-Milano_dott-Gianluca-Falcone-ortopedia-traumatologiaQuesta formazione ossea è congenita, ossia presente dalla nascita, e non fa parte della normale struttura del piede. Di conseguenza, non tutti gli individui ne sono affetti.

Patologia

Molte persone con scafoide accessorio non manifestano sintomi e possono non essere a conoscenza della sua presenza. Tuttavia, in alcuni soggetti, il disturbo può causare dolore, specialmente nei seguenti casi:

– Trauma diretto (ad esempio, una distorsione alla caviglia).

– Irritazione cronica provocata dal contatto con le scarpe.

– Sovraccarico dovuto a movimenti ripetitivi o eccessivo sforzo del piede.

Inoltre, chi presenta uno scafoide accessorio ha spesso anche un piede piatto. Questa condizione aumenta il carico sul tendine del tibiale posteriore, che può infiammarsi e causare dolore.

Sintomi

L’età adolescenziale è il periodo più comune in cui compaiono i sintomi, a causa della maturazione ossea e della trasformazione della cartilagine in osso. Tuttavia, i sintomi possono manifestarsi anche in età adulta.

I segni e sintomi più frequenti includono:

– Prominenza ossea visibile nella parte interna del piede.

– Rossore e gonfiore localizzati nella zona interessata.

– Dolore che si accentua con il carico e l’attività fisica prolungata.

Diagnosi

Per una diagnosi accurata, è fondamentale un’approfondita anamnesi e un’attenta valutazione clinica. Il medico esaminerà la presenza di gonfiore e dolore alla palpazione della protuberanza ossea.

Oltre all’analisi visiva e alla valutazione della deambulazione, possono essere impiegati strumenti diagnostici specifici come:

– Gait Analysis e Baropodometria, per studiare la distribuzione del carico sul piede e la postura.

– Radiografie, utili per confermare la presenza dello scafoide accessorio.

– Risonanza Magnetica (RMN), per valutare il livello di infiammazione e il coinvolgimento del tendine del tibiale posteriore.

Trattamento Conservativo

L’obiettivo del trattamento conservativo è ridurre il dolore e l’infiammazione. Le opzioni terapeutiche includono:

– Immobilizzazione: l’uso di un tutore tipo Walker aiuta a ridurre l’infiammazione e a scaricare il piede.

– Applicazione di ghiaccio, per alleviare il gonfiore.

– Farmaci antinfiammatori (FANS), per controllare il dolore.

– Fisioterapia, mirata a rinforzare la muscolatura e prevenire le recidive.

– Plantari ortopedici, particolarmente indicati nei pazienti con piede piatto, per ridurre il sovraccarico sul tendine.

In alcuni casi, nonostante il trattamento conservativo, i sintomi possono persistere o ripresentarsi nel tempo. In queste situazioni, diventa necessario valutare un approccio chirurgico.

Trattamento Chirurgico

Quando il dolore è persistente e limita la qualità della vita del paziente, si può ricorrere alla chirurgia. L’intervento consiste principalmente in:

– Rimozione dello scafoide accessorio, poiché non è essenziale per la funzionalità del piede.

– Riparazione del tendine del tibiale posteriore, utilizzando ancorette metalliche o punti transossei per garantire una corretta stabilità.

A differenza di altre soluzioni chirurgiche, la sintesi dello scafoide accessorio con viti non è consigliata, poiché può causare complicanze come la mancata consolidazione dell’osso.

Conclusioni

L’Os Tibiale è una variante anatomica che nella maggior parte dei casi non causa problemi. Tuttavia, nei pazienti sintomatici, il dolore e l’infiammazione possono limitare le attività quotidiane.
Un approccio conservativo con fisioterapia, plantari e antinfiammatori può spesso essere sufficiente per gestire i sintomi. Nei casi più gravi, l’intervento chirurgico offre una soluzione definitiva, con un’elevata percentuale di successo nel miglioramento della qualità della vita del paziente.

 

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