MIRO sta per Osteotomia Mini-invasiva dell’alluce rigido obliquo, ed è una tecnica di operazione utilizzata da diversi anni per il trattamento dell’alluce rigido (artrite dell’articolazione dell’alluce metatarso-falangea).

Alluce rigido

Nella radiografia in basso è possibile vedere che l’articolazione dell’alluce appare disorganizzata rispetto alle altre articolazioni, con speroni attorno ai bordi e uno spazio ristretto tra i due lati dell’articolazione a causa della perdita di cartilagine.

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Aspetto clinico di alluce rigido con imponente tumefazione articolare dovuta alla presenza di iperostosi

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Quadro radiografico di alluce rigido in stadio avanzato


Principi della Chirurgia MIRO

Lo scopo di questa operazione è decomprimere l’articolazione artritica dell’alluce tramite una tecnica mininvasiva, che consente, rispetto alle tecniche tradizionali, una riduzione del dolore ed un più veloce recupero.

Durante questo intervento solitamente si rimuovono gli speroni sulla parte superiore dell’articolazione (cheilectomia) e al contempo, si allinea, accorciandolo di alcuni millimetri, il primo osso metatarsale. L’aspettativa è che questo intervento possa ridurre il dolore migliorando il movimento dell’articolazione artritica dell’alluce.

Per l’intervento chirurgico mininvasivo MIRO per l’alluce rigido sono utilizzate minuscole frese, per eseguire piccole incisioni a forma di buco della serratura, ed una guida fluoroscopica (raggi X) all’avanguardia.

Informazioni generali sul recupero post-operatorio dopo l’intervento di MIRO

ANESTETICO:

  • Intervento eseguito in anestesia generale e/o anestesia locale

ELEVAZIONE:

Il piede deve essere rigorosamente sollevato per 50 minuti ogni ora di ogni giorno per le 2 settimane successive all’intervento.

È bene alzarsi regolarmente ma complessivamente, per ogni ora, dovrebbero essere trascorsi 50 minuti con il piede sollevato sopra l’anca.

MOVIMENTO:

È possibile camminare sul piede immediatamente il giorno dell’intervento, ma solo con la scarpa chirurgica fornita, lentamente e con attenzione per proteggere il piede.

È necessario indossare sempre la scarpa chirurgica fornita quando si appoggia il piede operato sul pavimento, anche quando si va in bagno di notte. E’ possibile tenere sempre indossata la scarpa per le prime 2 settimane dopo l’intervento

LAVORO:

E’ possibile riprendere il lavoro dopo 2 o 3 settimane dall’intervento se si svolge un lavoro da scrivania.

Per gli spostamenti nelle prime settimane si raccomanda di non guidare l’auto o altri veicoli o moto/scooter.

A titolo indicativo, sono necessarie 6 settimane di vacanze a seguito dell’intervento se il paziente ha un lavoro che implica stare in piedi o camminare.

Si consiglia possibilmente di lavorare da casa dalla seconda alla sesta settimana dopo l’intervento, dopodichè si potrà rientrare in piena efficienza nel proprio ruolo lavorativo.

FISIOTERAPIA:

La fisioterapia può essere uno strumento molto utile per il recupero dei pazienti da questo intervento chirurgico

I fisioterapisti, dopo la visita a quattro-sei settimane dall’intervento, potranno occuparsi del paziente accelerando il processo di recupero ed aiutando a ripristinare una normale deambulazione e mobilità delle articolazioni del piede.

Riepilogo delle istruzioni postoperatorie

Chirurgia mininvasiva dell’alluce rigido MIRO

Giorno 1 – 7

  • Piede avvolto in una fasciatura e scarpa chirurgica
  • Iniziare a camminare sul piede solo con apposita scarpa chirurgica
  • Inizia a muovere l’alluce con semplici esercizi
  • Semplici esercizi per i polpacci da eseguire regolarmente (antiTVP)
  • Calza per TVP sulla gamba opposta (fino alla revisione a 2 settimane)
  • Assumere antidolorifici per i primi 2 giorni come precauzione (anche se non è presente dolore)
  • Non rimuovere la scarpa chirurgica, nemmeno di notte

Giorno 7-14

  • Non rimuovere la scarpa chirurgica, nemmeno di notte
  • Di solito poco o nessun dolore. Farmaci antidolorifici solo se necessari
  • Aumentare 50 minuti di ogni ora di ogni giorno
  • Mantenere la fasciatura asciutta e non rimuoverla (non cambiare la medicazione se non indicato)

Settimane 2 – 4

  • Follow-up in ambulatorio per la revisione della ferita e la rimozione dei punti di sutura solitamente a 10 – 14 giorni
  • Continuare a camminare solo sul piede con la scarpa chirurgica piatta fino a 6 settimane dopo l’intervento
  • Importante rimanere molto sedentari fino a 6 settimane dopo l’intervento
  • Continuare a muovere l’alluce con idonei esercizi
  • L’elevazione al di sopra dell’anca è meno importante dopo le prime 2 settimane ma è comunque necessaria per minimizzare il gonfiore
  • Doccia e bagno consentiti (va bene bagnarsi i piedi)
  • E’ possibile iniziare a guidare un veicolo automatico con cautela, sempre con la scarpa chirurgica SE è stato effettuato un intervento chirurgico SOLO al piede sinistro (altrimenti tornare alla guida 6-8 settimane dopo l’intervento)

4-6 settimane

  • Visita in ambulatorio con radiografia (se la ripresa procede correttamente è possibile rimuovere la scarpa chirurgica), in questo caso:
  • Si può indossare una scarpa normale (ben ammortizzata, come una scarpa da ginnastica)
  • Si consiglia di iniziare la fisioterapia in questa fase

Oltre 8 settimane dopo l’intervento chirurgico

  • Continuare la fisioterapia
  • Da questo momento si può aumentare gradualmente l’attività quotidiana fino a riprendere la normale attività precedentemente svolta
  • Si consiglia di non svolgere alcun esercizio fisico / Sport fino a 8 settimane dopo l’intervento chirurgico; successivamente riprendere con attività fisioterapica di ciclismo e nuoto delicati; si raccomanda di non praticare corsa o sport con racchetta (in particolare nessun esercizio ad impatto) fino a 4 mesi dopo l’intervento o come consigliato

Principali rischi della chirurgia MIRO

I principali rischi riscontrati nell’intervento di Osteotomia mininvasiva dell’alluce rigido MIRO includono (ma non sono limitati a):

Gonfiore – Inizialmente il piede sarà molto gonfio e necessita di essere mantenuto sollevato. Il gonfiore diminuirà progressivamente nelle settimane successive, ma sarà evidente fino a 6-12 mesi.

Infezione – Questo è un rischio molto contenuto in questa tipologia di operazione (<1%) per prevenire il quale sono appositamente somministrati antibiotici per via endovenosa. Si sottolinea che il modo migliore per ridurre le possibilità di contrarre un’infezione è mantenere il piede sollevato durante i primi 14 giorni, come indicato. L’eventuale infezione si risolverà probabilmente con il previsto ciclo di antibiotici.

Problemi relativi alla ferita – E’ un rischio molto contenuto con questo tipo di operazione (<1%)

Sensibilità alla cicatrice – Si tratta di un rischio molto contenuto con un intervento di questo tipo (1%) ed invece molto più preoccupante con la tradizionale tecnica chirurgia a cielo aperto. Se le piccole cicatrici diventano sensibili dopo l’intervento chirurgico, di solito queste scompaiono senza trattamento. Se si verifica una sensibilità persistente, è possibile trattarla.

Lesioni ai nervi – Il rischio che i piccoli nervi nell’area vengano feriti direttamente dal chirurgo è di circa l’1%. Tuttavia, i nervi possono subire lesioni sia a causa dell’intervento chirurgico che del gonfiore (5%). Anche se questo di solito si risolve, potresti ritrovarti con un intorpidimento permanente nell’area dell’alluce, che potrebbe causare irritazione, ma generalmente questo aspetto non causa problemi nei pazienti.

CRPS – Questo sta per “sindrome dolorosa regionale complessa”. Si verifica raramente (meno dell’1%) e non è adeguatamente compresa la sua origine e in cosa consista questa patologia. Si ritiene che si tratti di un’infiammazione dei nervi del piede che può anche essere la conseguenza di un infortunio. Provoca gonfiore, sensibilità della pelle, rigidità e dolore. È curabile ma nella sua forma più grave possono essere necessari molti mesi per il recupero.

Ritardata/mancata guarigione – Questo accade quando le ossa sono lente a guarire/unirsi (unione ritardata) o non riescono a farlo (non unione). Se questo è doloroso, potrebbe essere necessario un ulteriore intervento chirurgico. Il rischio di ritardata saldatura ossea è del 3% e solitamente significa che il piede rimane gonfio e irritabile per 6-12 mesi invece dei soliti 5-6 mesi. Il rischio che le ossa non guariscano affatto (mancata unione) è di circa 1:500 (molto meno dell’1%), ma se ciò si verifica è probabile che sia necessario un ulteriore intervento chirurgico.

Trombosi venosa profonda (TVP) – Si tratta di un coagulo nelle vene profonde della gamba e il rischio che si verifichi in seguito a un intervento chirurgico all’avampiede è estremamente basso (molto inferiore all’1% e vicino allo 0,1%) a meno che non si siano verificati in precedenza eventi costituenti fattori di rischio. Il chirurgo deve chiedere al paziente, e questi deve assolutamente riferirglielo con esattezza, se ha avuto in passato una TVP o se un medico in passato gli ha riferito di una possibile situazione di rischio elevato. Il fatto che dopo l’intervento il paziente sia mobile ed in grado di sostenere il peso attraverso il piede operato, aiuta a ridurre al minimo questo piccolo rischio. Tuttavia è sensato provare a muovere regolarmente le dita dei piedi e la caviglia a seguito dell’intervento ed anche evitare un volo aereo di lungo raggio entro le prime 8 settimane dopo l’intervento. Se si verifica una trombosi venosa profonda (TVP), sarà necessario un trattamento con farmaci che fluidificano il sangue per cercare di impedire che eventuali coaguli raggiungano i polmoni (embolia polmonare/EP), il che può aggravare il quadro della situazione del paziente.

Rigidità – Il rischio di una maggiore rigidità dell’alluce dopo questo tipo di intervento chirurgico è contenuto (riscontrato in meno del 5% dei pazienti trattati) e può essere ridotto ulteriormente iniziando a muovere l’alluce immediatamente dopo l’intervento. Anche la fisioterapia viene in aiuto per risolvere questo problema. Generalmente i pazienti riferiscono un miglioramento nell’ampiezza di movimento dell’alluce rispetto al preoperatorio.

Sintomi persistenti – Il livello di soddisfazione dei pazienti sottoposti a questo tipo di intervento chirurgico è molto alto (in percentuale si riscontrata del 90%) ed il paziente si dichiara felice o molto soddisfatta dei risultati dell’intervento all’alluce rigido, ma se si verificano alcuni dei problemi di cui sopra, questi potrebbero influenzare il risultato finale. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, eventuali sintomi persistenti o successivi all’intervento possono essere risolti con un trattamento aggiuntivo o, nel peggiore dei casi, con un ulteriore intervento chirurgico.

Ulteriore intervento chirurgico – Questo non è usuale ma può essere necessario per una serie di motivi (alcuni dei quali sono stati menzionati sopra). E’ normalmente svolto in giornata. Se l’articolazione dell’alluce rimane dolorante nonostante l’intervento chirurgico, il medico potrà proporre opzioni chirurgiche in alternativa, come l’intervento di installazione dell’impianto Cartiva o l’intervento di fusione dell’articolazione.

 

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Dott. Gianluca Falcone

Esperto in:
– Chirurgia mininvasiva
– Chirurgia percutanea del piede
– Protesi della caviglia
– Chirurgia della mano
– Protesi del ginocchio
– Traumatologia sportiva

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Interventi svolti sia come attività privata che erogati in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale
(vedere la descrizione riportata sotto ogni singola Clinica o Ospedale nella pag. “Le cliniche in cui opero”)

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